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LINK D'ARTE

Giuliano Togni

Giuliano Togni è nato a Milano il 3 agosto 1942.
Formazione artistica all'Accademia di Parigi e di Roma.
È stato insegnante presso il Centro Scolastico Industrie Artistiche di Lugano.
Per circa dieci anni ha tutelato, come presidente gli interessi degli associati della Società Pittori Scultori e Architetti svizzeri, sezione Ticino.
Mostre personali e collettive in Svizzera e all'estero.

Opere Pubbliche:
affreschi a Comologno e Arosio, rilievi nell'asilo del Ronchetto a Lugano, arredo artistici nel paese di Bré e Novaggio.

Premi:
1° premio città di Grado, città si Santhià, decorazione asilo Ronchetto a Lugano.

L'ultima personale alla galleria Visarte a Locarno.

Breve biografia
Giuliano Togni

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“Volo”, acrilici su tela estroflessa e legno

OPERE DI GIULIANO TOGNI

Si legge nel Filebo platonico che ciò che è buono ha per caratteristiche fondamentali to metrion, la misura, to symmetron kai kalon, la commensurabilità e la bellezza, e to teleon kai ikanon, la perfezione e l’adeguatezza.
Symmetria è l’armonico bilanciamento delle misure di tutte le parti in virtù della loro corrispondenza proporzionale reciproca: secondo la testimonianza di Plutarco la bellezza si ottiene “per mezzo di molti numeri che convergono nel punto giusto”.
Muovendosi nell’alveo a sua volta storico della ricerca contemporanea, Giuliano Togni è giunto ad avvedersi che la radice classica dell’arte non ne è condizione storica accessoria, ma legge fondativa, per molti versi ineludibile. Da qui è partito per rideclinare una delle pratiche più cospicue del secondo dopoguerra, quella della shaped canvas che origina nelle prove di Burri e Geiger per sfociare nella stagione grande di statunitensi come Stella, Kelly, Tuttle.
In Togni tuttavia, superate le necessità teoricistiche che rendevano splendidamente algidi quei precedenti, l’aggetto plastico/pittorico che insiste sullo spazio neutralizzato del fondo, in perfetto ritmico riverbero protagonistico, non è sagoma astratta è piuttosto frammento addensato e precipitato d’organico, coagulo poetico che, smemorato degli accidenti descrittivi, distilla una sorta di naturalità esemplare a forte grado d’intensità.
La shaped canvas perde ogni carattere metodologico e si fa, qui, momento compiuto di formatività: una forma desiderante la cui essenzialità tiene piuttosto del simbolico – con aromi di totemico – che del geometrico, e dalla quale trapela una sensualità che avvince l’autore alle sue forme in modo eroticamente complice anziché freddamente demiurgico.
A ciò contribuisce in modo decisivo la scelta di Togni di rendere cantabile l’orografia delle sue forme in virtù di stesure di colore tramate, vibranti, dai rapporti tonali che raggiungono sottigliezze e densità d’antica aura informale, in un mood fatto di plenitudine affettiva tanto quanto di controllo austero del processo.
Anche in questo suo cautelato tenersi lontano tanto dall’effusività senza regola quanto dalla mitologia meccanicistica del metodo e del processo Togni rivela il tratto fondamentale del suo carattere espressivo, un attento animo poetico incarnato in una solida, critica fede nella classicità.
FLAMINIO GUALDONI

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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