
Edizione del 13/06/2003
UOMINI & STORIE
Arte - A Viganello mostra dedicata all'artista morta nel '90Cornelia Forster: l'arte «ticinese» al femminile
Zurighese, si trasferì definitivamente a Sala Capriasca nel 1955 dove
sono ancora conservate le sue opere di pittura, scultura, disegni ed
arazzi. Sconosciuta al grande pubblico ticinese è autrice di opere che
generano forti emozioni e una grande serenità.
di Luigi Maffezzoli

Cornelia Forster 1933
In Ticino venne, per la prima volta, a causa della sua salute. Era il
1931. Cornelia Forster, pittrice, grafica e scultrice - come
sinteticamente e limitatamente viene riassunta la sua professione - aveva
forse bisogno di quell'aria, di quel sole, di quel calore che Zurigo non
poteva offrirle. Così, a 25 anni, arrivò nel nostro Cantone e vi rimase
fino al 1936. Probabilmente non immaginava neppure che solo vent'anni dopo
vi si sarebbe trasferita definitivamente per abitarci altri trentacinque
anni, fino alla sua morte, avvenuta a Sala Capriasca, il paese da lei
scelto, il 10 ottobre 1990.
Una ticinese onoraria, potremmo dire, che molti però non conoscono ancora
benché la sua opera artistica sia di altissimo livello. E' sufficiente
recarsi in questi giorni alla Galleria d'arte Rissone, in via alla Roggia
6 a Viganello, per farsene una piccolissima idea. E per innamorarsi di
questa autrice che offre in ogni sua realizzazione - sia essa su tela,
arazzo, scultura, acquarello o disegno - emozioni fortissime tutte
contrassegnate da una grande serenità. Fino al 22 giugno, in questa
Galleria ideata da Silvia Rissone Gatti - “nipote d'arte” - sono infatti
esposte alcune delle più belle opere di quest'artista zurighese,
conservate abitualmente nella casa di Sala Capriasca dove visse.
Cornelia Forster nacque a Zollikon (ZH) il 5 gennaio 1906. Fin da piccola
è indirizzata dal padre ad amare le arti figurative. Frequenta così a
partire dai 16 anni la Kunstgewerbeschule (per architettura d'interni) di
Zurigo, acquisendo poi una solida preparazione tecnica frequentando a
Parigi la scuola del postcubista André Lhote e l'Accademia della Grande
Chaumière. A vent'anni si avvicina alla scultura conoscendo Karl Geiser e
Franz Fischer, che diventerà poi il suo primo marito e nell'atelier del
quale esegue alcuni gessi. Artista ma anche madre. Nel 1929 nasce la prima
figlia, Rosina, e nel 1934 il figlio Cornelio.
Sono gli anni del soggiorno ticinese (1931-1936) che abbandona solo per
poco nel 1935 quando ottiene una borsa di studio a Roma, all'Accademia
Tedesca, che però lascerà prestissimo non condividendo la propaganda
politica nazista che veniva predicata e sostenuta. Per poter campare, già
dalla fine degli anni Venti, si dedica all'esecuzione di lavori
artigianali e, specialmente durante la seconda guerra mondiale, schizzi e
decorazioni per l'industria tessile, che diventano la sua principale fonte
di guadagno.
Nel 1944 si sposa con Hildebrand Altepost e nasce, in quello stesso anno,
il figlio Vincenzo, che ancora oggi vive a Sala Capriasca ed è diventato
il custode della straordinaria produzione della madre. Inizia un periodo
di grande vivacità artistica. Nel 1947 studia la tecnica dell'arazzo
nell'atelier di André Lurçat a Saint-Céré in Francia, considerato il più
importante del secolo scorso. Lei si applica in temi figurativi,
descrivendo storie religiose o mitiche ambientate in una natura
lussureggiante. A Viganello, in questi giorni, se ne possono ammirare
alcuni che lasciano letteralmente a bocca aperta: in particolare “Il
ritrovamento di Mosè”, del 1949, dove la tecnica applicata lascia
stupefatti. Cornelia non si limita, come hanno fatto grandi maestri che
hanno segnato la storia dell'arte, a disegnare e guidare la mano del
tessitore: è lei stessa a lavorare filo per filo costruendo addirittura la
stoffa stessa e non utilizzando una tela preesistente.
Ma Cornelia Forster è artista eclettica e non si può dire in quale tecnica
fosse meglio dotata. Giuseppe Curonici, profondo conoscitore di questa
artista e colui che forse più da vicino ha saputo scovarne ogni dettaglio,
di lei disse che «ha lavorato fino a oltre ottant'anni; ha cominciato che
ne aveva sì e no venti. In sessant'anni di lavoro continuo ed effettivo,
certamente un artista avido di sapere è in grado di assimilare tecniche ed
esperienze. Ha studiato pittura e questo lo sappiamo. Ha frequentato gli
scultori e ha imparato l'arte della scultura. Ha fatto grafica e
illustrato libri e giornali; si è occupata di stoffe. E' ragguardevole la
sua attività nel campo dell'arazzo, tecnica classica e millenaria, di cui
conosce fino all'ultimo dettaglio le procedure della più alta tradizione».
La sua cultura spazia nella tradizione italiana, tedesca e francese. Lei
che dal 1936 al 1955 tornò a Zurigo, intraprese numerosissimi viaggi di
studio in Europa, Africa, America e partecipò a diverse Esposizioni
nazionali e internazionali. Nel 1955 prende domicilio a Sala Capriasca,
eleggendo il Ticino a suo Cantone. Dopo lunga malattia, è qui che muore
nel 1990, a 84 anni. Ed è qui che si trova la sua tomba.
L'occasione offerta da Silvia Rissone Gatti di conoscerla da vicino può
diventare un'importante scoperta per molti.
Cornelia Forster
Galleria d'arte Rissone
via alla Roggia 6
Viganello
Fino al 22 giugno: domenica, lunedì, giovedì
dalle 14.30 alle 18.30
e su appuntamento
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